Il periodo Triassico
(da 252,2 a 200 milioni di anni fa)


Il Triassico copre un periodo di tempo che va da circa 252,2 a 200 milioni di anni fa e segna l’inizio dell’era Mesozoica.

TRIASSICO ETIMOLOGIA:

Il nome Trias (in seguito modificato in Triassico) fu proposto per la prima volta nel 1834
dal paleontologo tedesco Friedrich August von Alberti relativamente ad uno
strato di roccia nella Germania centrale, posizionata sopra le rocce del Permiano e sotto le rocce del Giurassico.
Il significato della parola Triassico richiama proprio questa successione di tre strati rocciosi, caratterizzati da fossili riconducibili
a questi tre momenti delle vita della Terra e noti come "Sequenza di Alberti".

Questo importante arco temporale della vita della Terra si aprì con un evento distruttivo che generò l’estinzione di circa il 90% delle specie che allora abitavano la terra (estinzione del Permiano). Molto colpite furono le specie marine e gli invertebrati, mentre solo un 30% circa dei vertebrati terrestri sopravvissero.

Eppure da questo evento si scatenarono cambiamenti profondi ed il vuoto lasciato dall’estinzione di massa venne "rapidamente" colmato attraverso la comparsa di nuova vita, diversificata in numerosissime nicchie ecologiche.

Al termine di questa intensa evoluzione il mondo si ritrovò popolato da piccoli mammiferi e dai primi dinosauri del Triassico ed fu soprattutto a livello di vita terrestre che la diversificazione diede i suoi maggiori frutti, soprattutto a livello di vertebrati.

Tipicamente il periodo triassico è diviso in tre epoche o sottoperiodi:

  • il Triassico superiore o tardo Triassico (da 252,2 milioni a 247 milioni di anni fa), divisibile in Carnico, Norico e Retico;
  • il Triassico medio (circa 247 milioni a 235 milioni di anni fa), ulteriormente suddiviso in Anisico e Ladino;
  • il Triassico inferiore (circa 235 milioni a 200 milioni di anni fa), diviso in Induan e Olenekian.

La terra all’epoca del Triassico

La Pangea e la Pantalassa erano i due elementi caratterizzanti la terra all’inizio del periodo Triassico.

La Pangea, con la sua tipica forma a "C" ricopriva circa un quarto della superficie terrestre. La Pantalassa era invece caratterizzata da isole, montagne sottomarine e veri e propri arcipelaghi vulcanici sommersi. Alla fine dello stesso, tuttavia, la situazione era molto diversa: il supercontinente Pangea si era infatti diviso in Laurasia nel Nord e Gondwana nel sud: la tettonica delle placche cominciava a rendere visibili i suoi effetti, causando i primi fenomeni di orogenesi e modificando il livello dei mari.

Il Clima triassico

Lo studio dei fossili ha permesso agli scienziati di fare ipotesi piuttosto precise sul tipo di clima esistente durante il periodo Triassico, permettendo loro di ipotizzare un clima mediamente caldo, con tratti diversificati tra aree costiere e zone interne.

Semplificando molto potremmo dire che il clima era caldo, umido sulla costa a causa dei monsoni che scaricavano intense precipitazioni stagionali e asciutto nelle zone interne del supercontinente, dove ad estati molto calde si alternavano inverni freddi.

Ciò rendeva più difficile la vita nel centro del continente, dove prevaleva il deserto, motivo per cui la maggior parte dei dinosauri e delle altre forme di vita vivevano probabilmente vicino alle coste.

Secondo gli studiosi, le maggiori differenze climatiche non si sarebbero manifestate tra nord e sud (persino ai poli non c’erano temperature glaciali), quanto tra ovest ed est, con un margine occidentale della Pantalassa decisamente più caldo di quello orientale.

Complessivamente, tuttavia, le condizioni climatiche erano più uniformi rispetto ad oggi e questo fa pensare che anche gli habitat dovessero essere più omogenei.

Piante del Triassico

Vita vegetale triassica

Il periodo a cavallo tra la fine del Permiano e l’inizio del Triassico non causò un’estinzione della vita vegetale paragonabile a ciò che avvenne a livello di vita animale. E non si venne dunque a creare quel « vuoto biologico» da colmare che caratterizza i periodi di grande evoluzione, trasformazione e differenziazione della vita.

Sicuramente non dobbiamo pensare al Triassico come ad un periodo rigoglioso e verde come i periodi successivi del Giurassico e del Cretaceo, motivo per cui non assistiamo alla nascita di grossi erbivori triassici (tipo il Brachiosauro di epoca Cretacea) in quanto assente quell’abbondanza di vegetazione che ne avrebbe assicurato la crescita.

Tuttavia anche in questo arco temporale la vegetazione si arricchisce in quantità e varietà. Le felci sono in assoluto la pianta che meglio rappresenta il periodo, in quanto presenza dominante, soprattutto nelle zone costiere. A queste si affiancano gimnosperme, cicadee simili a palme e ginkgo, ma anche foreste di conifere, con un’estensione che varia nel tempo e nello spazio, a seconda della predominanza di un clima più arido e secco o di un clima di tipo monsonico e pertanto più umido e ricco d’acqua (i reperti fossili testimoniano di una predominanza di foreste di conifere nell’emisfero settentrionale e del Glossopteris, una pianta arborescente che poteva raggiungere anche i 30 metri di altezza e che era particolarmente indicata ai climi caldo-umidi, nell'emisfero meridionale).

Vita animale nel Triassico

Dopo l’estinzione di fine Permiano, i mari del Triassico erano caratterizzati da un’abbondanza di ammoniti, molluschi e ricci sopravvissuti all’evento, la cui evoluzione portò alla comparsa dei primi veri e propri coralli (anche se altri organismi per la formazione di barriere erano già presenti prima del periodo Triassico).

Se il precedente periodo Permiano era stato dominato dagli anfibi, furono i rettili a manifestare durante il Triassico il tasso di diversificazione più accentuato, crescendo in numero e diversificandosi quanto a tipologie, diventando il gruppo animale predominante soprattutto durante il Giurassico ed il Cretaceo.

Dei due gruppi di animali sopravvissuti all'estinzione del Permiano, i terapsidi (rettili appartenenti ai Sinapsidi e simili ai mammiferi) e gli Archosauri (dall’aspetto decisamente più rettiliano), furono questi ultimi a diventare dominanti.

La loro evoluzione non fu uniforme. Un primo ramo degli Archosauri può essere a tutti gli effetti considerato l’antenato dei dinosauri, in quanto la sua evoluzione diede vita ai primi veri dinosauri del Triassico medio: l’Eoraptor e l’Herrerasaurus. Un secondo ramo degli Archosauri evolse nei pterosauri, un gruppo di rettili volanti di cui l'Eudimorphodon è un buon esempio, e in una vasta gamma di coccodrilli.

Il mare fu l’habitat forse coinvolto più intensamente dall’ascesa dei rettili marini del Triassico, che ben presto conquistarono gli oceani del mondo, spopolati dall’estinzione del Permiano. Fra questi si possono elencare non soltanto tipologie di difficile classificazione (come il Placodus ed il Nothosaurus), ma soprattutto quelli noti come rettili marini giganti: rettili marini simili ai moderni delfini, gli ittiosauri, ma anche i plesiosauri, rettili dal collo lungo e predatori dei mari dell’epoca, che si cibavano di forme primordiali di pesci e calamari.

O ancora rettili simili d’aspetto alle tartarughe marine come i placodonti, che alternavano vita acquatica a vita sulla terraferma.

I Dinosauri del Triassico

I primi dinosauri del Triassico erano bipedi, veloci e piccoli se paragoniamo le loro dimensioni a quelle dei loro discendenti di epoca Giurassica o Cretacea, ma la loro comparsa segnò in modo così profondo la vita sulla Terra con il risultato che l'era in cui comparvero per la prima volta, il Mesozoico appunto, venne chiamata informalmente "l'Età dei Rettili".

Per quanto mediamente piccoli (l’Eoraptor, il dinosauro più primitivo, arrivava a circa un metro di lunghezza per circa 10 kg di peso), alcuni dei primi dinosauri già si distinguevano per le loro dimensioni:

  • Il Plateosaurus, dinosauro erbivoro e bipede, poteva per esempio raggiungere lunghezze di circa 8 metri.
  • Il Coelophysis o Celofisio, era un « piccolo » dinosauro carnivoro, bipede, di circa 2 metri di lunghezza. Si nutriva di rettili di piccola taglia e anfibi ed essendo vissuto nel tardo Triassico è stato uno dei primi dinosauri comparsi sulla Terra. I suoi fossili sono stati ritrovati nel Parco Nazionale della Foresta Pietrificata in Arizona, Stati Uniti.
  • L’Herrerasaurus, dinosauro carnivoro bipede, lungo anche 4 metri, per 1,5 metri di altezza.

I primi dinosauri si sono ritrovati in molte località, ma una delle aree di maggiori ritrovamenti di dinosauri di epoca Triassica è il Sud Africa.

Rettili volanti e non dinosauri che volano

È proprio durante il Triassico che fanno la loro comparsa i primi rettili volanti.

Si tratta di lucertole (spesso chiamate erroneamente dinosauri volanti) che svilupparono una sorta di profilo alare, che a seconda dei casi si suppone permettesse loro di volare in modo attivo, attraverso una sorta di battito di ali o volare in modo passivo, con un effetto simile ad un aliante che plana dall’alto (un po’ come accade per i moderni scoiattoli).

Ecco alcuni nomi dei primi rettili volanti:

  • Icarosaurus o Icarosauro, delle dimensioni di un colibrì, che si lanciava all’inseguimento delle sue prede, per lo più insetti, lanciandonsi dai rami degli alberi e usando come paracadute la membrana alare di cui era dotato.
  • Sharovipteryx, dall’aspetto simile ad un moderno corvo, che se ne stava appollaiato sugli alberi per poi planare sulle sue prede (insetti) e cibarsene.
  • Longisquama, dotato di lunghe scaglie sul dorso che si ipotizza drizzasse per planare dall’alto dei rami.

I primi mammiferi del Triassico

È solo nel tardo Triassico che i primi mammiferi cominciano ad abitare il nostro pianeta.

I loro antenati possono essere considerati i terapsidi che sopravvissuti alla fine del Permiano, evolvono dando origine ai primi mammiferi nel tardo Triassico.

Se dunque questo gruppo di animali preistorici poteva esserci sembrato "sconfitto" dalla potenza evolutiva degli Archosauri (che come dinosauri avrebbero dominato la terra per milioni di anni), la loro progenie segna nel tempo una vittoria degna di nota sopravvivendo all’estinzione dei dinosauri alla fine del Cretaceo.

Si tratta di animali di piccola e piccolissima taglia (in alcuni casi di pochi centimetri di lunghezza), talvolta dotati di pelliccia e con un aspetto simile a quello dei topi, come nel caso del Morganucodon. Erano principalmente erbivori o insettivori e quindi non erano in competizione diretta con gli Archosauri o successivi dinosauri.

Molti di loro erano probabilmente almeno parzialmente arboricoli e animali notturni.

Ecco alcuni nomi dei primi mammiferi:

  • Lystrosaurus (a dire il vero, ancora un antenato dei primi mammiferi);
  • Morganucodon;
  • Eozostrodon.

La fine del periodo triassico

Ironicamente, il Triassico si chiuse nello stesso modo in cui ebbe inizio.

Un evento inatteso, riconducibile con molta probabilità ad un’eruzione vulcanica o all’impatto di un asteroide con la Terra, generò ancora una volta una estinzione di massa (il quarto episodio di estinzione di massa), che per quanto meno devastante di quella che aveva segnato la fine del Permiano, determinò definitivamente la scomparsa di forme di vita che avevano caratterizzato la terra negli ultimi milioni di anni: alcuni gruppi marini e terrestri ed, in particolare, le ammoniti e alcuni importanti molluschi primitivi che con la loro presenza fossile erano serviti agli scienziati per determinare l’età delle rocce.

Decisamente più fortunati altre forme di vita come pterosauri, coccodrilli, tartarughe, mammiferi e pesci, la cui permanenza sulla Terra non venne messa in discussione.

Stesso destino toccò ai dinosauri del Triassico che, sopravvissuti agli effetti devastanti di questa catastrofe naturale, continuarono ad abitare e a dominare la Terra fino alla fine del Cretaceo.

Anche a livello di vita vegetale, i fossili non rilevano cambiamenti significativi della fauna nel passaggio dal Triassico al Giurassico.

Ecco quali sono i principali dinosauri del Triassico

Koskinonodon

koskinonodon

Coelophysis o Celofisio

Herrerasaurus

Eoraptor

Plateosaurus